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Il secondo Trio di Schubert

di Euridice Pezzotta -

Schubert iniziò a lavorare al Trio per pianoforte, violino e violoncello nel novembre del 1827 e, malgrado la sua lunghezza e complessità, lo completò in brevissimo tempo dando vita a uno dei suoi massimi capolavori. Già in dicembre fu eseguito per la prima volta per conto del Musikverein di Vienna da Joseph Böhm al violino e Joseph Linke – già esecutori dei quartetti di Beethoven – e da Karl Maria von Bocklet al pianoforte. L’esecuzione destò grande entusiasmo nel pubblico – fatto sorprendente se si considera che il gusto del momento per la musica da camera era ancora rivolto a uno stile brillante, virtuosistico e un po’ esteriore – tanto che il Trio fu eseguito nuovamente il 26 marzo 1828 in occasione dell’unica Accademia (ossia un concerto pubblico a pagamento) dedicata interamente a Schubert. Il Trio in mi♭ ebbe quindi la sorte rara di essere eseguito per ben due volte in concerti pubblici quando il compositore era ancora in vita e di essere anche pubblicato prima della sua morte.

Per la prima volta Schubert ricevette una proposta editoriale dall’estero e la pubblicazione fu affidata all’editore Probst di Lipsia, al quale il compositore, in una lettera del 10 aprile 1828, descriveva così il successo riscosso dal suo concerto: «Illustrissimo Signore, l’organizzazione del mio concerto mi ha talmente impegnato che solo ora posso rispondere alla Sua lettera così lusinghiera. Credo che potrà interessarle sapere non soltanto che il suddetto concerto, dedicato interamente a mie composizioni, ha attirato un folto pubblico, ma anche che ho avuto un successo strepitoso. Consensi unanimi ha in particolare ottenuto un trio per pianoforte, violino e violoncello, al punto che sono stato invitato a organizzare un secondo concerto.»

L’Accademia del 26 marzo coincideva con il primo anniversario di morte di Beethoven e secondo Christopher Gibbs, autore del libro Franz Schubert and his world, l’intero Trio sarebbe un tombeau in memoria del grande compositore all’ombra del quale Schubert aveva sempre vissuto. È infatti possibile individuare nel Trio in mi♭ alcuni elementi di omaggio a Beethoven. La tonalità di mi♭ maggiore potrebbe essere stata ispirata dal primo Trio di Beethoven oppure dalla Sinfonia Eroica, con la quale condivide inoltre la marcia funebre in do minore del secondo movimento. Il malinconico tema di quest’ultimo (particolarmente noto oggi per essere stato utilizzato nella colonna sonora del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick) ricompare all’interno dell’Allegro finale, dando al Trio una forma ciclica tipicamente beethoveniana.

La composizione del brano si intrecciò a quella del Trio “gemello” in si♭ maggiore op. 99, del quale Robert Schumann diede con grande sensibilità una descrizione comparativa: «Il primo movimento, che nel Trio in mi♭ vibra di un furore represso e di una appassionata nostalgia, è qui [nell'op. 99, in si♭] verginale, pieno di grazia, di intimità; l'Adagio, là percorso da un sospiro che tradisce alla fine un'angoscia profonda, ha nel secondo la qualità visionaria di un sogno di beatitudine e il vivo palpito di un'emozione squisitamente umana. Gli Scherzi sono invece molto simili; ma trovo superiore quello del Trio in si♭. Tra gli ultimi due movimenti non tento nemmeno di fare una scelta. Riassumendo, mentre il Trio in mi♭ è attivo, virile, drammatico, quello in si♭ è passivo, femminile, lirico.»

La penultima lettera di Schubert all’editore vede infine il Trio dedicato a un ascoltatore ideale, capace di comprendere l’opera, nel pieno stile di un compositore romantico: «L’opera non è dedicata a nessuno, salvo a coloro che l’apprezzeranno. Sarà la dedica più proficua.»

Schubert

Euridice Pezzotta

Euridice
Pezzotta

Nata nel 1997, Euridice Pezzotta intraprende lo studio del flauto traverso nel 2009 e consegue la Laurea Magistrale in Musicologia e Beni Musicali a indirizzo Flauto nel 2022 presso l'Accademia Internazionale "Incontri col Maestro" di Imola con il massimo dei voi, lode e menzione. Si è esibita come solista e in formazioni cameristiche e orchestrali presso prestigiosi teatri e sale, collaborando con compagini quali l'Orchestra Sinfonica di Milano, l'Orchestra 1813 e altre. Attualmente sta approfondendo lo studio del flauto barocco.

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