Nicola Marvulli
Tiziana Columbro

Il programma rappresenta un piccolo excursus attraverso alcune fasi cruciali della musica strumentale ita-liana. Inizia con la sonata di Tartini per violino e basso continuo, fulgido esempio di quel repertorio italia-no tardo barocco in cui la purezza e la semplicità della linea me- lodica hanno fatto scuola nell’europa del diciottesimo secolo. Seguono i tre capricci di Szymanowski: la figura di Paganini, violinista dal virtuosismo trascendentale e custode di segreti dai tratti demoniaci, ha esercitato un’influenza indispensabile su gran parte della musica europea ottocentesca e novecentesca (sia come immaginario che come obiettive soluzioni tecniche da lui approntate e diffuse).
La figura di Respighi si pone invece in senso diverso: si tratta, infatti, di un musicista che, abbeverandosi alle fonti tedesche e francesi, si è prodigato per dare all’Italia del tardo ottocento una cultura musicale che non fosse quella operistica, ma strumentale al pari degli altri stili nazionali.
Il programma si conclude con il brano di Luigi Dallapiccola: compositore immerso nella contemporaneità del Novecento (assimila fortemente il linguaggio di Schoenberg) e dagli stimoli internazionali, sembra av-vertire il bisogno di un ritorno alla cultura musicale italiana tardo – barocca