Busch Trio

Intenso, raffinato, leggermente suggestivo il suono del Busch Trio reso finanche misterioso e più morbido grazie alle antiche corde di budello fissate sui ponticelli degli archi. Una sensazione persino italiana provocata dal violino firmato dal piacentino G.B. Guadagnini (Torino 1783), strumento sul quale, come indicato dal nome ‘Busch’ (omaggio al leggendario violinista tedesco Adolf Busch) tutti e tre gli esecutori convergono. La terra di formazione (capace di infondere uno spirito assolutamente internazionale) rimane comunque l’Inghilterra: Londra col suo celebre Royal College of Music, dove i tre solisti, a partire dal 2012, diventano tutt’uno. Una concentrazione assoluta nello studio che, al momento della chiusura ufficiale degli studi, permette alla formazione l’accesso alla Konzerthaus di Berlino, alla Wigmore Hall di Londra, al Concertgebouw di Amsterdam, al Théâtre des Champs Élysées di Parigi e quindi Stati Uniti e Canada. Una consacrazione assoluta riconoscibile anche da un pubblico fisicamente distante grazie, ad esempio, a incisioni come quella riservata alla casa editrice Alpha Classics con i Trii di Ravel e Sostakovic.