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In lode della Beatissima Vergine del Rosario

San Vito dei Normanni (BR)
Chiostro dei Domenicani [Mappa]
sabato 7 settembre 2024
ore 21:00

Programma

Leonardo Leo
Oratorio per la Santissima Vergine del Rosario (prima esecuzione in tempi moderni)

Artisti

Rassegna

Barocco Festival 2024

Informazioni

BIGLIETTI

L’«Oratorio à 4. Voci con Violini, e Violetta […] In lode della B.ma Vergine del Rosario» fu commissionato al «Sig.r Leonardo Leo», dalla Congregazione della Beata Vergine del Rosario, che ogni anno, nel convento di Santa Caterina a Formello (o Formiello) a Napoli, la prima domenica di ottobre, celebrava la festa della Vergine del Rosario con sontuose processioni e l’esecuzione di musiche anche oratoriali.
Come si legge sul frontespizio della partitura manoscritta, custodita in copia unica a Münster presso la Biblioteca diocesana – Collezione Santini, l’oratorio fu eseguito «con molto» anzi «grandissimo applauso» il primo ottobre 1730.
Diviso in due parti l’oratorio ha inizio con una Sinfonia (in La maggiore) in tre movimenti seguito da un regolare avvicendarsi di recitativi (semplici) e arie la maggior parte delle quali con il ‘da capo’ anche se non mancano esempi bipartiti e con ‘il segno’. La partitura presenta, inoltre, un duetto e due cori con cui Leo chiude la prima e la seconda parte dell’oratorio.
Quattro sono i protagonisti: Lisauro e Rosmonda, entrambi soprani, Maria Vergine, contralto e Furia, basso. L’organico strumentale previsto prevede gli archi, gli strumenti chiamati a realizzare il continuo e un oboe, utilizzato unicamente nell’aria «Se vive Rosmonda» cantata da Lisauro. Il testo poetico è di «incerto autore» tuttavia, è chiaro il messaggio che traspare dai versi di arie e recitativi. Lisauro rappresenta i valori cari alla cristianità e quindi alla Chiesa, qualità costantemente minacciate dalle forze del male raffigurate dal malvagio Furia. Il bene trionferà con la forza della fede e la costanza della preghiera, nella certezza assoluta che l’amore infinito e misericordioso della Beata Vergine del Rosario, sempre pronta a intercedere presso il Figlio, mai abbandonerà coloro che soffrono e che a Lei si rivolgono chiedendo protezione e conforto.
La pièce prende l’abbrivo con il recitativo «Ecco l’alba novella» intonato da Lisauro il quale, ogni mattina, si allontana da casa cantando per «coronar di rose […] la sacra fronte» di Maria Vergine di cui è estremamente devoto.
Dono assolutamente ‘gradito’ dalla Beata Vergine che così si rivolge a Lisauro:
Quanto gradito o quanto, all’orecchio mi giunge, delle tue voci il canto.
Or che le rose alla mia chioma intessi, cantano meco ancor gl’augelli istessi.

Le giornaliere attenzioni che Lisauro ha nei confronti della Madonna non sfuggono al crudele Furia il quale non esita a evocare le forze «degli abissi» (nel recitativo «Dalle tartaree soglie») allo scopo di spargere nel seno della fragile Rosmonda, l’«atro veleno» della gelosia.
Il dubbio aumenta sempre più nella mente della donna la quale, convinta che Lisauro la tradisca, decide di togliersi la vita, non prima, però, di aver ascoltato Furia che con cruda ‘disinvoltura’, le suggerisce di uccidere l’adultero «e poi te stessa». Rosmonda, tuttavia, preferisce togliersi la vita.
Disperato per la morte della sposa Lisauro non può far altro che rivolgersi alla Madonna che subito interviene confortandolo e rassicurandolo. Furia esulta convinto di aver vinto. Presto, però, dovrà fare i conti con Maria Vergine la quale, rivolgendosi a Furia, gli preannuncia che presto vedrà Rosmunda passare «da morte a vita». Furia non crede possibile una cosa del genere. Ma la Beata Vergine lo redarguisce avvertendolo che Rosmoda, sottratta dal suo intervento alla morte adesso «è viva» e ciò perché così vuol chi su le sfere tutto regge e tutto può.
Rosmonda risorta, riconosce il proprio errore e si unisce al caro sposo nel tessere le lodi alla Regina del Cielo mentre Furia, sconfitto, si rifugia nelle profondità degli inferi. Il ‘Tutti’ conclusivo «Deh, temprate o Serafini» è un gioioso inno a Maria con i Serafini invitati a intonare su le cetere amorose, /canto armonico e soave, / e a Maria fregia[re] i crini / su le sfere al suon d’un’Ave, / or di stelle ed or di rose.

Musica antica e barocca Musica sacra

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