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Arsenii Mun

Peio (TN)
Auditorium Centro Termale [Mappa]
sabato 17 agosto 2024
ore 21:00

Programma

Ferruccio Busoni
Fantasia nach J.S. Bach, BV 253
Frédéric Chopin
Mazurca in Fa diesis minore, Op. 6 n. 1
Mazurca in Mi minore, Op. 17 n. 2
Mazurca in La minore, Op. 17 n. 4
Aleksandr Nikolaevič Skrjabin
Sonata per Pianoforte n. 2, Op.19
Claude Debussy
da Images, 2ème série: 1. Cloches à travers les feuilles
Maurice Ravel
Gaspard de la nuit
Franz Liszt
Studio in Re minore, S 138 “Mazeppa”

Artisti

Arsenii Moon pianoforte

Rassegna

Omaggio all'Arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli 2024

Informazioni

INGRESSO GRATUITO
Informazioni: Consorzio Turistico Pejo 3000 - Tel. 0463-753100 APT Val di Sole - Tel. 0463-986113 www.visitvaldisole.it

Ferruccio Busoni scrisse la Fantasia da J. S. Bach nel 1909 in ricordo di suo padre appena scomparso. Pur trattandosi di un’opera originale, la Fantasia prende spunto da tre corali bachiani: Christ, der du bist der helle Tag, BWV 766, Gottes Sohn ist kommen, BWV 703 e Lob sei dem allmächtigen Gott, BWV602.

Le tre Mazurche di Chopin in programma, tutte in tonalità minore, piegano l’essenza della danza a finalità fortemente espressive ricorrendo spesso a soluzioni cromatiche, come nel caso della straordinaria Mazurca Op. 17 n. 4.

Ultimata da Scriabin nel 1897, la Sonata-Fantasia n. 2 in Sol diesis minore, Op. 19 è una composizione articolata in due soli movimenti. L’autore stesso così ne descrive il programma: “La prima sezione rappresenta la calma della notte su una spiaggia del sud; lo sviluppo è la buia agitazione del mare profondissimo. Il Mi maggiore della sezione centrale evoca il chiaro di luna che appare, simile a una carezza, dopo il primo buio della notte. Il secondo tempo rappresenta l’ampia distesa dell’oceano agitato dopo una tempesta”.

Cloches à travers les feuilles (Campane attraverso le foglie) appartiene alla seconda serie delle Images di Debussy. Nelle pieghe dell’evidente mestizia di questo brano, si coglie l’accenno a un’arcana dimensione cerimoniale, lontana nel tempo e nello spazio.

Il trittico raveliano Gaspard de la nuit risale al 1908 e trae ispirazione da alcuni poemetti in prosa di Aloysius Bertrand, poeta stimato anche da Baudelaire. Ondine, il primo dei tre pezzi, evoca l’omonimo spirito femminile delle acque tipico del folclore germanico. Il successivo Le gibet (La forca) ripete con ossessiva insistenza la nota Si bemolle creando in tal modo un’atmosfera lugubre e spettrale, mentre il finale Scarbo, riferendosi a uno gnomo orripilante che s’agita in continuazione, segna una delle vette del virtuosismo pianistico trascendentale.

Franz Liszt concepì lo Studio intitolato Mazeppa a soli sedici anni, per poi rielaborarlo a più riprese all’epoca della maturità, fino a trasformarlo in un poema sinfonico nel 1851. Il personaggio a cui è intitolata la composizione è Ivan Stefanovic Mazeppa, un avventuriero polacco vissuto tra Sei e Settecento. Divenne capo dei cosacchi ucraini e fu nominato principe dallo zar Pietro il Grande. Le sue imprese leggendarie ispirarono nell’Ottocento, oltre che Liszt, Lord Byron e Victor Hugo.

Recital pianistico

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