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Sofya Gulyak

Malè (TN)
Chiesa di Santa Maria Assunta [Mappa]
lunedì 12 agosto 2024
ore 21:00

Programma

Bach / Busoni
Ciaccona dalla Partita per violino solo n. 2 in Re minore, BWV 1004*
Corale in Sol minore “Nun komm’ der Heiden Heiland”, BWV 659
César Franck
Prélude, Fugue et Variation, Op.18
Ferruccio Busoni
Elegia n. 1 “Nach der Wendung”, BV 249/1
Bach / Busoni
Toccata e Fuga in Re minore per organo, BWV 565*
Frédéric Chopin
Preludio in Do diesis minore, Op. 45*
Rondo à la mazur, Op.5
Franz Liszt
6 Polish Songs, S.480
Rapsodia Ungherese n. 2 in Do diesis minore, S 244/2

* Sofya Gulyak rende omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli interpretando composizioni predilette dal Maestro

Artisti

Sofya Gulyak pianoforte

Rassegna

Omaggio all'Arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli 2024

Informazioni

INGRESSO GRATUITO
Informazioni: APT Val di Sole - Tel. 0463-901280 - www.visitvaldisole.it ProLoco Malé - Tel. 0463-901296 - www.prolocomale.it

La celebre Ciaccona per violino solo che conclude la Partita n. 2 di Bach ha affascinato diverse generazioni di musicisti per i suoi altissimi valori musicali che, evidentemente, trascendono lo strumento di destinazione. Nonostante le profonde differenze tra violino e pianoforte, nella seconda metà dell’Ottocento sia Johannes Brahms, sia Ferruccio Busoni decisero di trasporre alla tastiera il capolavoro bachiano. In ogni caso, le strategie da loro adottate erano opposte: mentre Brahms, scrivendo per la sola mano sinistra del pianista, cercava di mantenersi il più possibile vicino all’originale violinistico, nel 1893 Busoni puntava invece a una vera e propria amplificazione, all’insegna di un “effetto sonoro in senso organistico”. Vedeva così la luce una musica profondamente rinnovata che avrebbe incontrato il favore di alcuni dei massimi pianisti del Novecento, tra cui Arturo Benedetti Michelangeli.

Nun komm’ der Heiden Heiland (Vieni ora, Salvatore delle Genti) è il terzo dei dieci corali organistici bachiani trascritti per pianoforte da Busoni nel 1898. È un ampio Adagio costruito su un cupo basso in ottave da cui si staglia periodicamente all’acuto un canto molto accentuato.

Preludio, fuga e variazione (1873) è una composizione di César Franck, anch’essa originale per organo, che tuttavia si è conquistata una più ampia notorietà nella versione pianistica. Alla malinconica melodia del Preludio in Si minore fa seguito una Fuga di chiara ispirazione bachiana.

Con le sei Elegie per pianoforte pubblicate nel 1908 (più tardi si aggiunse anche la Berceuse) Busoni era consapevole di aver dato un definitivo addio alla musica dell’Ottocento. Il titolo Nach der Wendung dell’Elegia n. 1 significa infatti “dopo la svolta”. In una lettera alla moglie Gerda così scrisse: “Le Elegie segnano un nuovo stadio nel mio sviluppo, quasi una trasformazione, donde il titolo Nach der Wendung”. La sua prima Elegia, sottotitolata Recueillement (Raccoglimento) e dedicata all’allievo e confidente Gottfried Galston, è un pezzo misterioso e meditativo.

Rientra invece nell’attività del Busoni pianista e trascrittore la versione da concerto (1900) della celeberrima Toccata e fuga in Re minore per organo di Bach, anch’essa nel repertorio di Arturo Benedetti Michelangeli.

Pubblicato isolato nel 1841, il Preludio in Do diesis minore di Chopin si caratterizza per la sua atmosfera elegiaca che si dipana attraverso incessanti modulazioni; mirabile, poco prima della fine, l’eterea cadenza in accordi, sussurrati sotto voce. Opera di uno Chopin appena sedicenne, il Rondeau à la Mazur è costruito su due temi, il primo vivace, il secondo cantabile. Dietro l’influsso del folklore musicale polacco trasfigurato dalla scrittura brillante si intravede già la personalità di un compositore maturo.

Solo nel 1860, ossia tredici anni dopo averne iniziato la composizione, Liszt decise di pubblicare le sue rielaborazioni pianistiche di sei Canti Polacchi (i numeri 1, 2, 14, 4, 12 e 15) dall’Op. 74 di Chopin. Come nel caso dei Lieder di Schubert, anch’essi originali per voce e pianoforte, le melodie offrono lo spunto per brillanti parafrasi, pur senza tradire la loro natura intimistica.

La più celebre delle Rapsodie ungheresi di Liszt – parliamo naturalmente della Seconda, in Do diesis minore – venne pubblicata nel 1851: è un pezzo di irresistibile virtuosismo costituito da una parte lenta (Lassan) cui segue lo spettacolare pezzo di bravura (Friska).

Recital pianistico

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