* Pascal Rogé rende omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli interpretando composizioni predilette dal Maestro
Omaggio all'Arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli 2024
Compositore anti-accademico per eccellenza, dotato per giunta di un irresistibile umorismo, Erik Satie rivoluzionò il mondo dell’armonia tradizionale con la sua malinconica Gymnopédie n. 1 (1888), ancor oggi celeberrima. Il curioso titolo faceva riferimento a un’antica danza rituale di giovani spartani nudi. Questo pezzo piacque molto anche a Debussy che ne fece una raffinata orchestrazione. La terza Gnossienne (1893) mantiene un analogo carattere incantatorio, ma con inflessioni orientaleggianti. In questo caso il titolo sembra far riferimento a Cnosso, culla dell’antica civiltà minoica nell’isola di Creta.
Opera di capitale importanza per il pianoforte d’inizio Novecento, il primo libro dei Preludi di Debussy venne pubblicato nel 1910. Impressionismo, simbolismo e astrattismo si alternano con sorprendente varietà. Le Danzatrici di Delfi rinviano all’antichità classica di un vaso greco; Voiles, pezzo ipnotico, interamente basato sulla scala esatonale, si può intendere sia come “veli”, sia come “vele”. Il vento nella pianura, che poi arresta il suo soffio, è un’immagine scelta dal poeta Paul Verlaine come epigrafe delle sue Ariettes oubliées. Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir (suoni e profumi volteggiano nell’aria della sera) cita un verso dalla lirica Harmonie du soir di Baudelaire. Les collines d’Anacapri ci riporta a un esotismo di casa nostra, fra le suggestioni di una celebre isola nel golfo di Napoli. Passi sulla neve, brano di ossessiva staticità, esprime, nelle intenzioni di Debussy, “un fondo di paesaggio triste e ghiacciato”. Ciò che ha visto il vento d’occidente riprende la tradizione chopiniano-lisztiana degli Studi di bravura con l’evocazione di una tempesta atlantica. La fanciulla dai capelli di lino, pagina di grande dolcezza, trae ispirazione dai versi di Lecomte de Lisle, mentre la Serenata interrotta evoca accordi di chitarra in stile spagnolo. La cathédrale engloutie, uno dei Preludi debussyani giustamente più celebri, si fonda sulla leggenda di una città inghiottita dal mare. La danza di Puck rende omaggio all’omonimo folletto del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Quanto ai Menestrelli di Debussy, ben lungi dal vagheggiare il medioevo, assumono aspetti per metà clowneschi e per metà afroamericani.
Gabriel Fauré fu uno dei compositori francesi più ammirati del tardo Ottocento. Oggi noto soprattutto per il suo Requiem e per le fascinose musiche vocali da camera, spesso su alati versi di Paul Verlaine, il maestro transalpino scrisse anche numerose pagine per pianoforte che, prendendo spunto da generi tipicamente chopiniani come il notturno, la barcarola o l’improvviso, danno vita, nella sua personale scrittura, a soluzioni armoniche di particolare raffinatezza. L’Improvisation Op. 84 n. 5 fa parte di una raccolta di otto brevi pezzi pubblicata nel 1901: nacque in origine come pagina per mettere alla prova la lettura a prima vista degli allievi del Conservatorio di Parigi. Edito nel 1883, il primo dei tredici Notturni si apre con una frase contemplativa di profonda tristezza che poi cede il passo a una misteriosa sezione centrale con sonorità che potrebbero richiamare un’arcaica viola da gamba; infine la ripresa variata torna al clima sconsolato dell’inizio, ma citando nella coda una reminiscenza della seconda idea. L’Improvviso n. 2, sempre del 1883, è un moto perpetuo che richiede all’esecutore grande agilità e un suono cantabile nella parte mediana. Dedicata alla moglie del compositore Ernest Chausson, la Barcarola n. 4 (1886) si caratterizza per una cullante tenerezza.
La Suite Dolly (1896) è una delle composizioni più celebri del repertorio per pianoforte a quattro mani. Fauré la compose in onore della piccola Regine-Hélène Bardac, detta Dolly, figlia di Emma, all’epoca consorte di un ricco banchiere, prima di diventare negli anni successivi la seconda moglie di Debussy. La Berceuse fu composta per il primo compleanno di Dolly; Mi-a-ou, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non fa riferimento a un gatto, bensì alla storpiatura infantile di «Monsieur Raoul», nome del fratello maggiore della bimba; si prosegue con Il giardino di Dolly, quindi con Kitty-Valse (dal nome del cagnolino di famiglia) per passare all’incantevole Tendresse, e infine al divertente e irresistibile Pas espagnol, con un omaggio alla musica di tradizione iberica.
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