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Coro del Friuli Venezia Giulia
Margherita Pupulin
Benedetta Zanotto
Alberto Busettini

Portogruaro (VE)
Abbazia di Santa Maria Maggiore di Summaga [Mappa]
venerdì 26 luglio 2024
ore 21:00

Programma

Pierluigi da Palestrina
O magnum mysterium
Pulchra es, amica mea
Manoscritto Carlo G. – inizi XVII secolo
Panis Angelicus
Giovanni Gabrieli
Jubilate Deo a 8
Dario Castello
Sonata Seconda à sopran solo
Tarquinio Merula
Cantate, jubilate
Giovanni Antonio Pandolfi Mealli
Sonata Op.3 No.1, detta La Bernabea
Claudio Monteverdi
Adoramus te, SV 289
Cantate Domino
Heinrich Ignaz Franz Biber
Passacaglia “Schutzengel” per violino solo da “Rosenkranz Sonaten”
Antonio Lotti
Crucifixus a 8 voci
Tomás Luis de Victoria
Regina Coeli Laetare

Artisti

Rassegna

Festival Internazionale di Musica Portogruaro 2024

Informazioni

INGRESSO GRATUITO

La luminosità delle architetture vocali rinascimentali impreziosite dalle diminuzioni del violino che proprio nel volgere del secolo, tra Cinque e Seicento, inizia un inesorabile percorso di emancipazione dalla musica vocale.  A completare l’affresco vocale, la formazione di 24 coristi guidati dal maestro Alberto Busettini esegue pagine a più cori di Allegri, Victoria, Monteverdi, Giovanni Gabrieli, Lotti.

La pratica dei cori battenti, un effetto di spazializzazione e stereofonia rinascimentale studiato dai compositori dell’epoca per sfruttare le peculiarità acustiche e spaziali degli spazi sacri, avvolgeva i fedeli in preghiera con il suono del canto. Scrive Nicola Vicentino ne “L’antica musica ridotta alla moderna pratica” (Roma, 1555):

«Nelle chiese e in altri luoghi spaziosi e larghi, la musica composta a quattro voci fa poco sentire, ancora che siano molti cantanti per parte; nondimeno, e per varietà, e per necessità di far grande intonazione, in tali luoghi si potrà comporre messe, salmi e dialoghi e altre cose da sonare con vari strumenti mescolati con voci, e per far maggiore intonazione si potrà ancora comporre a tre cori.»

Lo stile policorale era più comune di quanto si crede: uno studio di Franco Colussi dimostra che oltre Udine e Aquileia, anche i centri minori di San Daniele, Cividale e Concordia, pur non disponendo di cappelle musicali in grado di competere con le maggiori cattedrali, prevedevano l’esecuzione di brani a doppio coro. Gli archivi testimoniano infatti la presenza di numerosi titoli, messe, salmi, mottetti, magnificat a 6,7,8,9 o 12 voci: tra gli autori maggiormente presenti troviamo Andrea e Giovanni Gabrieli, Palestrina, Giovanni Croce e Pietro Lappi.

Nella trama del dialogo tra coro e spazio sacro, tra voce e strumento, il violino di Margherita Pupulin sorretto dal basso continuo al cembalo e all’organo, percorre una strada parallela, che si interseca e tocca con le esecuzioni policorali come era prassi veneziana, per poi appropriarsi della seconda prattica monteverdiana nelle tante Sonate, Canzoni, Ciaccone scritte agli albori del Seicento per uno o più strumenti soprani, violino e cornetto innanzitutto, o in dialogo con la voce solista.

“SACRA MERAVIGLIA”, riporta questa pratica in concerto, sposandosi alla perfezione l’acustica delle proprie chiese, oggi come allora.

Corale Musica sacra

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