Omaggio all'Arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli 2024
La più nota composizione sinfonica di Ferruccio Busoni s’intitola Berceuse élégiaque (Ninna nanna elegiaca) e fu dedicata alla memoria della madre: all’origine di breve questa pagina di carattere misterioso e incantatorio, c’era una versione per pianoforte, intitolata semplicemente Berceuse (1907), poi collocata come appendice al gruppo delle Sei Elegie.
Su un sentiero di rovi è il titolo di una raccolta di quindici brevi pagine pianistiche scritte tra il 1901 e il 1911 dal compositore ceco Leoš Janácek, noto soprattutto per i suoi lavori operistici. Si può suddividere la collezione in due parti: la prima comprende i primi dieci brani e la seconda gli ultimi cinque. Ogni composizione è dotata di un titolo descrittivo, sull’esempio dei Pezzi lirici di Grieg e dei cicli di Schumann, ma qui avviene una sorta di sublimazione e superamento della tradizione ottocentesca della miniatura caratteristica, con risultati molto personali nelle soluzioni timbriche. Spiccano nel ciclo il n. 4 La Madonna di Frydek (Grave) e il n. 9 In lacrime (Larghetto); altri titoli sono inconsueti e un poco enigmatici, come il n. 10, La civetta non è andata via! (Andante).
L’opera pianistica di Manuel de Falla include pagine di frequente esecuzione, come la Fantasía Bética o la Danza rituale del fuoco, accanto a gemme più rare, tra cui il giovanile Notturno, Op. 3 (1896) di evidente ispirazione chopiniana, la lirica Canción, Op. 14 e Cortejo de gnomos, Op. 21 ascrivibile a un indirizzo neoclassico.
Le due serie di Études-Tableaux di Rachmaninov, come suggerisce il titolo, includono Studi per pianoforte che traggono ispirazione da non meglio precisati ‘quadri’ e dunque da sensazioni di natura visiva. Pubblicata nel 1911 come Op. 33, la prima raccolta prevedeva solo sei pezzi su un totale dei nove composti dall’autore (i nn. 1-2 e 6-9), mentre i nn. 3 e 5 uscirono postumi e il n. 4 confluì nella futura Op. 39. Questo processo ha causato parecchia confusione nella numerazione dei brani, ma oggi normalmente si considera l’Op. 33 formata da otto Studi. Il n. 1 rende omaggio a Chopin, il secondo ha un intenso carattere lirico, il n. 3 venne in parte reimpiegato nel Largo del Quarto Concerto, il quarto procede a tempo di marcia, il quinto evoca una tempesta di neve, il sesto presenta tratti militareschi, il settimo ha un carattere elegiaco e l’ultimo (in tempo Grave) oscilla tra tonalità maggiore e minore con un andamento da marcia funebre che si fa via via sempre più animato.
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