George Petreu
Filarmonica Arturo Toscanini

Nella Prima di Schumann la fanfara di ottoni che annuncia l’inizio della primavera cui segue un primo movimento frenetico, un secondo lirico, un terzo cadenzato, simile a una danza, e un finale trionfante, sembrano posti quasi a mitigare i sentimenti estremi, dalla drammatica intensità, racchiusi nella Medea (1775), melologo del compositore céco Benda, dove la voce declama, in continuo dialogo con l’orchestra. Dunque con la baldanzosa sinfonia di Schumann, risaliamo decisamente dagli abissi più profondi, ma il punto è l’imperscrutabile capacità di entrambe le partiture di dare un’espressività incontenibile rompendo gli argini creati dalle parole stesse o andando oltre i pensieri. Mozart, che ascolta Medea a Mannheim nel 1778, commenta in modo entusiastico: questo dramma è eccellente, la musica è un recitativo, e la parola che si recita sullo sfondo musicale è di splendido effetto […]